Il credito d'imposta è un incentivo fiscale che permette di ridurre l'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), o l'imposta sul valore aggiunto (IVA) dovuta sul reddito o sui ricavi di un'azienda. Il credito d'imposta viene concesso in misura fissa o in percentuale su una determinata somma di denaro spesa. Per ottenere il credito d'imposta è necessario che un soggetto economico sia in una di queste tre situazioni: che abbia una partita IVA, che abbia versato una somma relativa alle imposte maggiore rispetto a quella di dovere, o che ne abbia diritto, in seguito a eventuali agevolazioni o bonus.
Attualmente, esistono diversi crediti di imposta tra cui: il credito per sostenere i negozianti e i titolari di botteghe, il credito per i servizi digitali, e quello sugli investimenti.
Il credito d’imposta è previsto dalla normativa fiscale italiana che consente alle imprese, o alle partite IVA, di recuperare una parte delle spese sostenute per i micropagamenti registrati tramite POS mobile. La misura è applicata, nello specifico, ai costi POS e alle commissioni pagamento POS che gli esercenti sostengono.
La tendenza generale è quella di ottenere guadagni tracciati e tracciabili in grado di velocizzare le pratiche burocratiche relative ai redditi e al pagamento delle tasse. D’altro canto, i pagamenti digitali ed elettronici subiscono una crescita considerevole tale da rendere obsoleti i pagamenti con metodi tradizionali. L’incontro tra queste due esigenze, ovvero la trasparenza degli esercenti e la comodità dei pagamenti elettronici per i clienti, si materializza con il POS. Il POS è un terminale in grado di elaborare i pagamenti digitali con carte di credito, prepagate o altri sistemi elettronici, pertanto si tratta di uno strumento messo a disposizione da ciascun esercente.
Il POS consente di processare anche micropagamenti, con cui si intendono tutte quelle transazioni di piccolo importo, solitamente inferiori ai 10 euro. Questo tipo di pagamento è molto diffuso online, in quanto permette di effettuare acquisti anche di piccolissima entità senza dover ricorrere a strumenti come le carte di credito. In altri casi, i micropagamenti possono essere effettuati tramite carta di credito, carte prepagate o altri strumenti di pagamento elettronico, oppure tramite bonifico bancario presso un qualsiasi tipo di negozio fisico.
Rimborso delle commissioni su piccoli importi
A prescindere dall’entità del pagamento versato, e quindi ricevuto, l’esercente paga una commissione relativa all’utilizzo del terminale e alle stesse transazioni. Sebbene la percentuale dei costi vari in base a diversi fattori, le commissioni POS pesano sulle tasse e sull’attività dei negozianti. L'obbligatorietà del POS per le attività, recentemente introdotta dal governo italiano, ha registrato un certo malcontento tra i possessori di partita IVA su cui gravano, a partire da questa decisione, anche i costi che vanno da un minimo dell’ 1% a un massimo del 4%.
Per ovviare al problema e sostenere gli esercenti, il governo ha accordato un credito d’imposta sulle commissioni POS. A partire dal 1 luglio 2022 ogni possessore di un’attività o di partita IVA potrà usufruire di un credito di imposta sulle transazioni economiche elettroniche. L’agevolazione fiscale attivata dal governo e prevista per diverse categorie di lavoratori, equivale al 30% delle commissioni dei pagamenti con POS applicate ai pagamenti con carte di debito o credito, carte prepagate o applicazioni di pagamento mobili. Il credito d’imposta del 30% sarà restituito ai proprietari di piccole imprese e negozianti con partita IVA come un rimborso del totale delle commissioni registrate fino alla data della richiesta. Un ultimo elemento da considerare è che i guadagni dei suddetti negozianti o imprenditori non superino i 400.000 euro.
Come funziona il credito d'imposta?
Per usufruire del credito d’imposta sulle commissioni POS è necessario fare domanda all’Agenzia delle Entrate che gestirà la richiesta e l’erogazione del credito d’imposta. Il credito d’imposta sui micropagamenti e sulle commissioni POS, lo ripetiamo, è una detrazione distribuita sotto forma di bonus e riguarda le spese sostenute dagli esercenti, dai negozianti e tutti coloro che hanno un’attività con partita IVA e che incassano pagamenti digitali tramite POS. In altre parole, il bonus prevede una sostanziale riduzione delle commissioni applicate sui pagamenti digitali registrati. La somma riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate può essere utilizzato per pagare l'imposta sul reddito o sull'IVA dovuta, oppure può essere restituito in denaro.
I documenti utili per inoltrare la domanda all’Agenzia delle Entrate sono relativi al rendiconto delle transazioni effettuate, il rendiconto delle commissioni relative ai pagamenti. Ottenuti tali documenti è necessario affidarsi a un esperto che possa inoltrare correttamente le richieste e processare i documenti.
Il credito d’imposta: una sintesi
Come abbiamo visto, il credito d'imposta è un incentivo fiscale che consente di ridurre l'ammontare delle imposte dovute sul reddito. Attualmente, questa misura economica è erogata come un bonus e riguarda diverse categorie di lavoratori. Alla base di una tale misura del governo italiano vi è la necessità di tracciare ogni pagamento, anche i cosiddetti “micropagamenti”. Questi ultimi, come già detto, includono tutte le somme che non superano i 10 euro, e sono pagate attraverso sistemi di pagamento elettronico. Il negoziante che riceve un pagamento con carta di credito, di debito o carta prepagata paga una commissione variabile sul POS, ovvero il terminale che legge ed elabora i micropagamenti elettronici. Questa soluzione è particolarmente utile per chi effettua acquisti frequenti di piccolo importo, come ad esempio il rifornimento di carburante o il pagamento di un caffè.
Tuttavia sulle tasche di ciascun esercente grava il peso delle commissioni POS e delle spese di gestione del terminale. Affinché i negozianti possano alleggerire il peso delle proprie tasse, il governo ha attuato la misura che prevede il credito d’imposta applicabile alle commissioni POS relative ai micropagamenti. Per ottenere il credito previsto del 30% è necessario fare richiesta sul sito dell’Agenzia delle Entrate che elabora la richiesta ed eroga il credito d’imposta.