
Aprire una società in accomandita semplice (SAS) può rappresentare una soluzione vantaggiosa per chi desidera avviare un'attività imprenditoriale con un livello di responsabilità limitato e una gestione flessibile. Questo tipo di società prevede la coesistenza di soci accomandatari, responsabili illimitatamente, e soci accomandanti, la cui responsabilità è limitata al capitale conferito.
I costi di una SAS
Aprire una SAS, come qualsiasi altra società, comporta una serie di costi iniziali e ricorrenti che è importante considerare fin dal principio. I costi iniziali includono quelli:
legati alla costituzione della società, che prevedono il coinvolgimento di un notaio per la redazione dell'atto costitutivo e dello statuto. Le spese notarili possono variare a seconda della complessità della costituzione e della città in cui si svolge la pratica, ma generalmente si attestano tra i 1.000€ e i 2.500€. A questi vanno aggiunti i diritti di segreteria e le imposte di registro, che comportano ulteriori costi di circa 200€-500€;
iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio, obbligatoria per poter operare legalmente. Anche questo costo può variare, ma solitamente si aggira intorno ai 200€-300€. Inoltre, è necessario aprire una partita IVA, operazione che può essere svolta gratuitamente presso l'Agenzia delle Entrate.
Per quanto riguarda i costi ricorrenti, una SAS deve sostenere il pagamento dell'IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) e dell'IRES (Imposta sul Reddito delle Società), oltre a dover versare i contributi previdenziali per i soci lavoratori iscritti alla gestione commercianti dell'INPS. Questi ultimi contributi possono rappresentare un onere significativo, soprattutto nelle fasi iniziali dell'attività, quando il fatturato potrebbe non essere ancora sufficiente a coprire tutte le spese.
Un altro aspetto da considerare riguarda i costi per la gestione amministrativa e contabile della società: una SAS può decidere di affidare la contabilità a un commercialista, il cui compenso può variare in base alla complessità della gestione e al numero di operazioni effettuate. In media, il costo per la consulenza fiscale e contabile si attesta tra i 1.000 e i 2.000 euro all'anno.
Infine, è importante tenere presente che una SAS, come tutte le società, è soggetta a eventuali costi aggiuntivi legati all'adempimento di obblighi normativi specifici, come l'aggiornamento della sicurezza sul lavoro o la conformità alle normative ambientali, a seconda del settore di attività.
Inoltre, è necessario considerare anche l'installazione di un POS, come ad esempio il POS Nexi, per garantire la piena operatività e rispettare le normative in materia di tracciabilità dei pagamenti.
Quando conviene aprire una SAS
Aprire una SAS può essere conveniente in diverse situazioni, a seconda delle caratteristiche dell'attività che si intende avviare e della struttura societaria desiderata. Uno dei principali vantaggi di una SAS è la possibilità di differenziare il ruolo dei soci all'interno della società: i soci accomandatari hanno una responsabilità illimitata e si occupano della gestione operativa, mentre i soci accomandanti partecipano al capitale senza assumere responsabilità personali oltre il proprio conferimento.
Questo tipo di struttura può essere particolarmente adatto per chi desidera coinvolgere investitori che non intendono partecipare attivamente alla gestione dell'impresa, ma che sono interessati a finanziare l'attività e a ottenere una quota degli utili. La separazione tra soci operativi e soci finanziatori rende la SAS una scelta interessante per quelle realtà che necessitano di capitali esterni senza dover cedere il controllo gestionale dell'azienda.
Inoltre, la SAS è spesso preferita da chi desidera una maggiore flessibilità nella gestione e nella distribuzione degli utili rispetto ad altre forme societarie, come la SRL. La regolamentazione della SAS, infatti, lascia un certo margine di autonomia nella definizione degli accordi tra soci, consentendo di adattare la gestione societaria alle specifiche esigenze dell'impresa.
Un altro aspetto da considerare è il regime fiscale: la SAS non è soggetta a doppia imposizione come alcune altre forme societarie, in quanto il reddito della società viene tassato direttamente in capo ai soci. Questo può comportare un risparmio fiscale, soprattutto per le società di piccole dimensioni, dove gli utili non sono particolarmente elevati.
La SAS è indicata anche per attività familiari o di piccole dimensioni, dove la fiducia tra i soci è un elemento fondamentale. La responsabilità illimitata dei soci accomandatari, infatti, implica un alto grado di fiducia reciproca e di coinvolgimento personale nell'impresa. In questi contesti, la SAS offre una struttura semplice e flessibile, che ben si adatta alle esigenze di un'impresa a conduzione familiare o di un gruppo di persone con un forte legame personale.
Fallimento e scioglimento di una SAS
Come tutte le società, anche la SAS può andare incontro a situazioni di crisi economica che ne rendano necessario il fallimento o lo scioglimento.
Il fallimento di una SAS segue le regole generali previste dalla legge fallimentare italiana e può essere dichiarato quando la società non è più in grado di far fronte ai propri debiti. In questo caso, i soci accomandatari rispondono illimitatamente con il proprio patrimonio personale (a differenza di quanto accade nella SRL), mentre i soci accomandanti rispondono solo nei limiti del capitale conferito.
La procedura di fallimento comporta la nomina di un curatore fallimentare che ha il compito di gestire la liquidazione del patrimonio della società e di soddisfare, per quanto possibile, i creditori. La responsabilità illimitata dei soci accomandatari rappresenta un rischio significativo, soprattutto in caso di indebitamento elevato, poiché il fallimento della società potrebbe compromettere anche il loro patrimonio personale.
Nel secondo caso, lo scioglimento di una SAS può avvenire anche in assenza di una situazione di insolvenza. Le cause possono essere diverse:
raggiungimento dell'oggetto sociale
volontà dei soci di cessare l'attività
sopravvenuta impossibilità di conseguire l'oggetto sociale
altre situazioni previste dallo statuto.
In caso di scioglimento, la società entra in fase di liquidazione, durante la quale vengono saldati i debiti residui e distribuito l'eventuale attivo tra i soci.
Un aspetto importante da considerare riguarda il ruolo dei soci accomandatari in caso di scioglimento: questi ultimi, infatti, restano responsabili per le obbligazioni della società anche dopo la cessazione dell'attività, fino a quando tutti i debiti non siano stati completamente saldati. Ciò significa che, anche in caso di liquidazione volontaria, i soci accomandatari devono essere pronti a rispondere delle obbligazioni societarie con il proprio patrimonio personale.
In caso di scioglimento volontario, i soci possono decidere di nominare uno o più liquidatori, che avranno il compito di gestire la fase di liquidazione, vendere gli eventuali beni della società e saldare i debiti residui. La fase di liquidazione può essere complessa e richiedere tempi piuttosto lunghi, soprattutto se la società possiede beni di valore significativo o se i creditori sono numerosi.
